lunedì 18 maggio 2015

Teoria della Diaroterapia: Le mille facce del counseling 1/4


Le mille facce del counseling.

Considerata la grande fame di sapere che distingue il counseling, che mi pregio, a questo punto di elevarlo a conoscenza facendolo precedere dal termine filosofia e definendolo come complemento oggetto, possiamo ben parlare di filosofia del counseling. Abbiamo visto che è stato necessario un periodo storico lunghissimo affinché divenisse quel che oggi rappresenta per milioni di persone in tutto il mondo e, nonostante il periodo lunghissimo, durante il quale si è condito delle migliori teorie che attingono alla felicità degli individui, il counseling è tutt'oggi una conoscenza in crescita. Gli ambiti di applicazione sono sempre più numerosi, dal primo approccio sociale che coinvolse migliaia di soldati statunitensi tornati dal fronte della Grande Guerra e molteplici corrispondenti figure di riferimento quali assistenti sociali, infermieri, medici, formatori, il counseling, si è impiantato nelle scuole, negli ospedali, nelle carceri, nelle imprese economiche, nelle organizzazioni onlus e nelle associazioni a scopo culturale e artistico. La diffusione così capillare nel tessuto sociale e a livelli a volte anche così differenti e distanti tra loro, ci fa capire che la filosofia del counseling è effettivamente basata su valori universali e pienamente condivisibili.

Chiaramente, a tale diffusione, si è parallelamente evoluta una specificità del counseling così che, per venire incontro all'enorme differenziazione del bisogno, si è strutturato in varie ramificazioni. Il counseling oggi si è specializzato. Dal Counseling della Gestalt al Counseling Rogersiano, le prime due definizioni storicamente affermate del counseling, siamo passati all'Art Counseling, al Counseling Sessuologico, al Counseling per la Coppia, per la Famiglia, per gli Adolescenti, per le Aziende. Ma questi sono solo alcuni dei numerosi ambiti in cui il counseling continua ad evolversi. Oltre alle specifiche suddette, essendo il counseling, per principio, rivolto all'autorealizzazione delle persone e allo sviluppo della creatività e del potenziale umano, sarebbe stata una contraddizione se, esso stesso, non avesse generato, creativamente, tecniche riferite anche all'arte, al teatro, alla medicina, al mondo del lavoro e a quello della scuola e dell'educazione. Il risultato è che oggi il counseling può comunicare i suoi principi di psicologia umanistica-esistenziale, anche con la pittura, la scultura, il teatro, il giardinaggio, il bricolage, la poesia, la scrittura. L'ideazione del ben noto strumento (per gli addetti ai lavori) denominato work-shop è la sintesi della creatività che permea l'anima e la filosofia del counseling. Non c'è campo umano, praticamente, che, offerto con le competenze adeguate, non possa ricevere benefici da un counseling strutturato su un specifico approccio. Poiché l'argomento di questa tesi riguarda la Diarioterapia, ho preferito tenerla a parte, fino ad ora, proprio per evidenziarla dal contesto generico, senza per questo togliere o aumentare le caratteristiche strumentali alla pari di quelle fin qui menzionate, ma solo per darle la rilevanza che merita nel presente contesto didattico. Esploreremo adesso un po' più da vicino quel counseling che fa uso del diario, della scrittura come strumento di aiuto e che prende il nome di Counseling Diarioterapico.



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